Una riflessione per la Giornata Nazionale del Sollievo che si celebra oggi, 25 maggio, domenica.
Tratta da “Di che cosa è fatta la speranza” di Emmanuel Exitu
“Grazie” dottoressa, mia madre voleva che le dicessi “grazie”!
… quel grazie l’ha fatta sentire una ladra, una specie di truffatrice.
Ha risposto “prego” ma non può tenerselo quel grazie; pesa troppo, non sa dove metterlo.
Quel grazie l’ha svuotata, le fa male sentirlo.
Ed in quel posto tutti le dicono “grazie”; malati e parenti ringraziano lei che non ha fatto un accidente di niente.
Cicely è sempre stata sicura di essere nel giusto, più va avanti e più i fatti le danno ragione …
Lucy e David hanno avuto una morte “buona”, buona non dolce!
Il dolore li ha schiacciati come il torchio con l’uva, senza fatica, e la morte li ha portati via con un soffio.
… e poi pensa a tutti gli altri, quelli che soffrono e basta e per cui lei non potrà fare niente.
Il persistere del dolore serve solo a prolungare una Sofferenza che diventa umiliazione perché non ha senso, vergogna perché non ha scopo. E’ indegno, è inutile, è assurdo.
Resistere allunga la tortura, divora il corpo e prosciuga lo spirito; spappola cuore e mente con l’unico scopo di spremere il dolore da ogni cellula.
Dal dolore nessuno si salva.
Il dolore trova tutti!
Questo nulla insensato che è ogni singolo dolore,
il dolore unico e irripetibile di ogni singola persona,
unico ed insopportabile, che si fa ancora più insopportabile quando è un dolore bambino,
con gli occhi tristi, che ti sorridono contenti di vederti … e magari ti dicono anche Grazie.
Ma di che? Di tutto questo dolore che non ha senso?
Potremo tentare di fare il bene, però.
Scegliere tra non fare niente e fare il bene.
Questo si può fare!
Il bene esiste proprio lì, davanti a te, in mezzo al silenzio nero dell’assurdo.